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4 febbraio 1984: è la data della prima volta in Italia dei Queen. E fu al Festival di Sanremo, per presentare “The works”, che sarebbe uscito di lì a tre settimane. La EMI, la loro casa discografica, li accolse con poster che ancora oggi si vedono in giro per la città.

I Queen erano gli ospiti d’onore – in effetti gli altri ospti stranieri erano poca cosa, a leggere i nomi oggi: Randy Crawford, David Knopfler, Mario Merola, Jair Rodriguez e Jairzinho, Paul Young , Bonnie Bianco e Pierre Cosso, El Puma). La band, racconta Eddy Anselmi nel libro “Il Festival di Sanremo”, arrivò in riviera con un seguito venticinque tecnici e tre camion di apparecchiature, ma fu costretta ad esibirsi in playbacj, cantando “Radio gaga”, presentata da Pippo Baudo e Beppe Grillo. Si disse che Freddie Mercury fosse furioso.

La scelta del playback fu dei discografici, che lo imposero a tutti i cantanti a partire da quell’edizione, per qualche anno.

All’ultimo minuto, tutte le case discografiche presenti al Festival chiedono a Ravera di poter utilizzare il playback. Michele Mondella , responsabile della promozione RCA, è perentorio: «Noi siamo qui per vendere dischi e quindi dobbiamo presentare il prodotto migliore. Dobbiamo andare in playback anche per avere un riscontro del lavoro fatto fino al giorno prima».

La band si prestò ad alcuni incontri con i giornalisti: Brian May spiegò a La Stampa, in un articolo dal titolo “Queen elettronici e la radiomusica”, la reticenza a venire nel nostro paese:

Non ci aspettavamo un’accoglienza simile. Avevamo paura, non per i rapimenti, o il terrorismo, ma proprio perché sapevamo quello che è successo qui qualche anno fa in occasione di alcuni concerti. Non abbiamo in programma di fare tournée, ma non è da escludere che la prossima volta potrebbero esserci un paio di date in Italia.